Beato Stefano

La Chiesa di Santa Maria delle Grazie, comunemente chiamata del Beato Stefano, è elemento fondamentale nel complesso architettonico di Piano della Corte, fulcro dell’antico borgo medievale.

Chiesa S. Maria delle Grazie

La Chiesa di Santa Maria delle Grazie, comunemente chiamata del Beato Stefano, è elemento fondamentale nel complesso architettonico di Piano della Corte, fulcro dell’antico borgo medievale. La chiesa si presenta così come l’aveva voluta Bartolomeo III nell’anno 1500: una facciata dai lineamenti molto semplici, controllati e influenzati da un non rigoroso ordine dorico.
Ai lati le due lesene danno slancio e monumentalità al prospetto, che si apre al centro grazie ad un piccolo portale ed un oculo, arricchito da una nicchia rettangolare e dallo stemma congiunto di Bartolomeo e Aurelia. Nel fregio, suddivisa in due righe, compare la seguente scritta: “BARTHOLOM III DE CAP COMES ALTAEV CAPITIN AC COMIT MOL VICE REX TEMPL A MAIORIB CONDIT EX SUO INSTAURAVIT ET AVXIT MCCCCC”. L’epigrafe appartiene alla piena fase umanistica della rinascita delle cosiddette litterae lapidariae, secondo la quale ogni traccia di scrittura medievale viene cancellata e si giunge all’eccellenza del modello imperiale con le lettere tutte della stessa altezza ed addirittura proporzionate secondo criteri che guardano ad elementi puramente geometrici e di simmetria. L’incisione doveva trovarsi non solo nel punto centrale dell’edificio, ma essere in sintonia con la struttura muraria e doveva contenere delle correzioni ottiche proporzionate alla distanza dell’osservatore.

L’interno è costituito da una sola navata, divisa in due parti da un grande arco a tutto sesto. La parte anteriore è più lunga e più alta dell’altra, ed è caratterizzata da pochi ma significativi elementi: l’acquasantiera molto particolare a forma di conchiglia aperta, incassata nel muro e sorretta da una esile colonnina; i due altari, di San Domenico e di San Francesco, posti l’uno di fronte all’altro, ed infine, sul lato destro, un portale con la scritta: “ADOR DOM SACROSAN EIUS”.
La parte posteriore della chiesa, dove è ben visibile l’altare maggiore, è un vero e proprio capolavoro di integrazione di diversi stili architettonici. Una volta a crociera con due costoloni poggianti su quattro colonne con capitelli cubici, sicuramente precedenti all’intervento di Bartolomeo III. Quest’ultimo, Nei quattro sepolcri laterali fece tumulare i suoi avi, Luigi II, Andrea e Costanza di Chiaromonte, Luigi III e Francesco de Capua. Il sepolcro centrale invece è quello di Bartolomeo.